Søppel: n. (n) spazzatura
- Roberta
- Feb 3, 2019
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La qualità della gestione della spazzatura è spesso in grado di misurare il livello di benessere e civiltà di un luogo. Anche se sono sempre più convinta che i norvegesi non siano certo santi e la Norvegia sia così pulita solo perché non ci sono abbastanza persone per sporcarla, il tema della pattumiera merita un capitolo dedicato, perché riserva inaspettate sorprese che ogni tanto mi fanno desiderare di essere norvegese anche io.
Bergen, per via della pioggia, è sempre stata una città molto pulita. Le fogne a cielo aperto non hanno in generale mai provocato i disagi medievali del resto d'Europa, in quanto, grazie alla pendenza delle montagne, tutto scaricava automaticamente nel fiordo. Era un po' come vivere in una tazza, ma con lo sciacquone costantemente azionato, io credo. Infatti anche i gabinetti erano tutti a riva con scarico diretto in acqua...poi a un certo punto nel 1600 sono morti tutti i pesci, ma questa è un'altra storia. Ecco, adesso ci sono le fogne, e anche i cassonetti interrati che spuntano dal marciapiede come la testa di un sottomarino, apribili con un chip solo da chi risiede nel quartiere.

La pulizia stradale dopo ogni evento pubblico è eccellente, tanto che ti viene da dubitare che in piazza la festa ci sia effettivamente stata. I cigli delle strada tuttavia non sono perfetti, e sono spesso punteggiati di cartoni di latte vuoti. Per mesi mi sono chiesta il significato di questa circostanza; poi un giorno ho scoperto che camminare per la strada con una bottiglia di bevanda alcolica in mano rende passibili di multa. Ma passeggiare con un cartone del latte è perfettamente legale! Poi se sei ubriaco non è che pensi a riciclare. Ve l'ho detto che non sono santi. I cartoni del latte buttati per terra poi sono una esplicita rinuncia a partecipare all'incredibile lotteria dei cartoni del latte: infatti scrivere il proprio nome e numero di telefono sul cartone prima di buttarlo nel cassonetto dà la possibilità di essere estratti e vincere dai mille ai diecimila euro. L'estrazione è quattro volte all'anno, ma negli ultimi tre anni non ha mai vinto nessuno a Bergen. La lotteria c'è anche per le bottiglie di plastica, che vanno riconsegnate al supermercato per ottenere uno sconto sulla spesa o per donare il corrispondente in beneficienza e provare a vincere milioni di corone. Sempre quattro volte all'anno ogni cittadino riceve una newsletter da parte del gestore della spazzatura, in cui tra le altre cose vengono riportati gli errori di riciclo più comuni nei precedenti quattro mesi e si spiega pazientemente roba tipo che che la confezione del pane va nell'indifferenziata, contrariamente a quanto si potrebbe credere. Con la newsletter pre-natalizia arriva anche un grande sacco della spazzatura rosso dove mettere tutta la carta regalo e il packaging in avanzo. Basta mettere il sacco fuori dalla porta il 26 dicembre e qualcuno lo viene a prendere.

I sacchetti che ti danno al supermercato e nei negozi non sono per niente biodegradabili, ma ti vengono dati solo se li richiedi e li paghi. Anche se compri un maglione puoi decidere di mettertelo in borsa e nessuno dà per scontato che tu voglia usufruire dell'elegante e spesso inutile borsa di carta col marchio del negozio. Anche perché quando i sacchetti di plastica finiscono in mare, le balene se li mangiano. Nel 2017 una balena morente si è trascinata fuori Bergen e quando le hanno fatto l'autopsia le hanno trovato in pancia una ventina di sacchetti, con il marchio del supermercato ancora leggibile. Quei sacchetti, a brandelli e sporchi di sangue, sono tutti in mostra al museo di storia naturale, e non c'è bambino bergenese che non sia stato portato a vederli. Dopo una vista del genere il sacchetto al supermercato non lo vuoi più.
Comunque a Bergen la spazzatura la chiamano "boss". Solo a Bergen, non è una parola norvegese, e dà l'idea della considerazione dei bergenesi per l'autorità. Oppure del potere della spazzatura nella società? Nel quartiere medievale c'è una porticina che recita "bossrom".

La mia cosa preferita è la faccia dei turisti quando rispondo alla loro domanda "Cosa c'è qui dentro?".
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