Italiensk: adj. italiano
- Roberta
- Jun 10, 2019
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Updated: Jun 11, 2019
Paese che vai, italiani che trovi. A Bergen è pieno di italiani o di norvegesi che sanno l'italiano. Il norvegese l'ho dovuto imparare eh, ma qui parlo un sacco di italiano. E a me piace parlare italiano, anche se non faccio altro che studiare lingue che non lo sono. In verità a me piace parlare italiano più di quanto mi piaccia parlare qualsiasi altra cosa, e mi emoziona quasi che così tante persone desiderino impararlo. L'italiano piace a tutti, poi. Il mese dopo il mio arrivo in Norvegia, all'ufficio immigrazione, l'impiegata di turno, leggendo il mio indirizzo di residenza, ha esclamato "Pioltello! What a wonderful sound it has! It's me who should move there, not you here!". E io ci vado pazza a osservare come il giardino del vicino sia sempre più verde, anche quando la Scandinavia guarda alla periferia milanese. Il mio obiettivo segreto, trasferendomi qui, è sempre stato diventare insegnante madrelingua. Il fatto che ci sia riuscita in modo relativamente facile non è attribuibile solo alle mie competenze, è anzi principalmente dovuto alla sconfinata fiducia che mi hanno dato gli istituti d'italiano di qui. Quello che ne ho ricavato in termini di esperienza non ha prezzo, quello che ho imparato sulla mia identità di italiana va oltre. Per dirla in un modo che suona pomposo e artefatto, il dialogo tra i popoli parte da una classe di lingua, e lo scambio umano che avviene tra una coniugazione irregolare e l'altra basterebbe a prevenire molti mali del mondo. Insegnare senza imparare è impossibile, e io, dalle persone che ho incontrato, ho imparato più di quello che ho insegnato. Ad esempio, dal piccolo A., cresciuto trilingue, che mi racconta con orgoglio di usare l'insulto "stupido" a scuola ogni volta che qualcuno lo fa arrabbiare ("Così nessuno capisce"), ho imparato che le radici etimologiche comuni tra le lingue non perdonano. Dalla mia vicina di casa, che viene dalla Russia e ha vissuto in Norvegia metà della sua vita, e un giorno, tra un lavoro e l'altro, si è concessa qualche mese per andare a Perugia a imparare l'italiano, ho imparato che non bisogna aver paura di prendersi del tempo per sé stessi. Da E., autista turco cinquantenne con cinque figli, che si sente nell'animo fratello di Dante Alighieri, e allora si è preso la licenza superiore con le scuole serali, si è iscritto all'università e, tra un turno e l'altro, impara l'italiano, la quinta lingua per lui, "perché deve leggere la Divina Commedia in originale", ho imparato che cultura e estrazione sociale non sono nemmeno lontanamente legati. E comunque ogni domenica E. ascolta alla radio la cronaca delle partite della Fiorentina! Da A., che vende salmoni, e tra i suoi clienti ha Esselunga, ho imparato che l'Italia non è poi così lontana; da un'altra A., che vive su un'isola e che ogni mese si fa due ore e mezza di viaggio, con due autobus e un traghetto, per venire a chiacchierare con me di attualità italiana e tenersi in esercizio, ho imparato che essere disposti a spostarsi è il primo passo per raggiungere un obiettivo. Da T., R. e H. che hanno tempo libero dopo l'ufficio e vogliono tenersi sveglio il cervello studiando qualcosa di nuovo, ho imparato la voglia di mettersi in gioco e di ridere dei propri errori; da tutti quelli che studiano italiano perché vogliono la soddisfazione di ordinare una pizza in italiano al ristorante in centro, ho imparato che ogni occasione è buona per praticare una lingua. Da V. e F. che hanno un sacco di amici al villaggio turistico a Jesolo, ho imparato che in vacanza si rimorchia meglio a parlare la lingua locale; da A., che viene dall'estremo nord della Norvegia e si è innamorato di una calabrese, ho imparato che è vero che gli opposti si attraggono. Dagli studenti del liceo, che studiano italiano come terza lingua e lo odiano dal più profondo del loro cuore, ho imparato a capire gli studenti italiani che odiano l'inglese. Da H., che parla italiano ai suoi figli, dopo che la moglie, italiana, è rimasta colpita da afasia, ho imparato che l'amore passa anche da una lingua. Dal signor A., un distinto rumeno che poco fa ho aiutato a cercare il suo alloggio Air Bnb in una via vicino a casa mia, ho imparato che per alcuni l'italiano è facile da imparare. «Aaah are you Italian? E allora perché non parliamo italiano? Ah che bella lingua, la più bella del mondo, davvero. L'ho imparata in spiaggia, ad ascoltare gli italiani. Ché in Romania abbiamo una risorsa, le donne belle! E allora gli italiani venivano a vederle alla spiaggia! E uno di loro un giorno mi ha detto: "A., se impari l'italiano non dimenticarlo, perché gli angeli lassù parlano italiano! È una lingua che ti servirà!"».

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