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pus: n. (m) micio

  • Writer: Roberta
    Roberta
  • Mar 15, 2018
  • 2 min read

A Bergen continua a esserci il sole, ogni giorno esco e percepisco compiaciuta la primavera. Ho quasi caldo a volte, poi vedo che il termometro segna 2° C e capisco che qualcosa nel mio corpo è cambiato per sempre. In questi giorni sono successe due cose importanti: una è che ho ottenuto il codice fiscale norvegese; però è una faccenda molto complicata che di certo mi riserverà ancora incredibili e frustranti sorprese. E poi ho iniziato il corso di pratica per guida turistica.

A Bergen, dal punto di vista storico, non c'è molto da dire, e ancor meno dal punto di vista artistico. Una buona guida a Bergen racconta storie. Le mie due insegnanti, Målfrid e Liv, sono due inseparabili signore sui settanta, che lavorano insieme dal 1992 e vivono a Bergen da molto più tempo. Continuano a ripetere che ai turisti non bisogna raccontare la Storia, ma una propria storia. Loro fanno così: portano in giro gli apprendisti per i quartieri della città e sciorinano aneddoti e racconti, personali e non, legati a ogni via o palazzo o incrocio o barca. Fa freddissimo, ma sono le uniche a non avere in testa il cappello di lana e camminano su e giù per le strade acciottolate e ripidissime senza un accenno di affanno. Non usano presentazioni power point, ma un block notes con delle scritte in pennarello e dei fumetti fatti da loro e cercano incessantemente di convincere i presenti che una qualsiasi noiosa statistica, se tirata fuori al momento giusto, può trasformarsi in un'interessante informazione: ad esempio lo sapete che i norvegesi spendono una cifra altissima ogni anno per comprare abbigliamento sportivo?

Insomma, camminiamo, al gelo, e arriviamo all'attracco delle navi d'epoca. Liv dice a Målfrid di fermarsi e di raccontare assolutamente la storia del suo gatto. Il gatto di Målfrid è rosso, paffuto, e vive a pochi metri da lì. I gatti norvegesi sono in media molto pelosi e escono raramente. L'anno scorso, però, il gatto di Målfrid nottetempo è scappato fuori, attirato dall'odore di pesce delle barche attraccate al molo; si è infilato in un peschereccio e poi si è fatta mattina. Målfrid riceve una telefonata: "Signora, ha perso un gatto?". "Sì, ma salterà fuori, sarà qui in giro". "No signora, siamo in mezzo al mare del Nord ed è qui con noi, che si fa?". Alla fine il gatto Målfrid e Liv lo sono andate a prendere tre giorni più tardi, in un qualche porto vicino a Bergen, dopo che lui si era fatto il giro di mezzo nord Europa: i pescatori hanno fatto una mini festa e ovviamente il fatto è finito su tutti i giornali, ché in Norvegia, già sapete, c'è sempre poco da raccontare.

Il titolo: "Micio di Bergen, passeggero clandestino nel Mare del Nord!"

A questo punto la tappa è obbligata: passiamo a salutare il protagonista della storia. Ci aspetta alla finestra della sua casa, il muro della quale recita una poesia di Olav Hauge:


Il gatto siede davanti all'ingresso.

Quando passi,

parla un po' con il gatto,

è quello che ne sa di più in casa



Laksevåg, Bergen, di notte.


 
 
 

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