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grunnlov: n. (m) costituzione

  • Writer: Roberta
    Roberta
  • May 19, 2018
  • 3 min read

Il 17 maggio del 1814 la Norvegia firmò la sua costituzione, la terza più vecchia al mondo ancora in uso. La Danimarca, che si era tenuta la Norvegia per sé per i precedenti 400 anni, aveva appena perso le guerre napoleoniche e i norvegesi pensarono di avercela fatta, di essersi liberati del dominatore straniero, senza versare una goccia di sangue. Fu grande, grandissima festa; poi la Svezia, che la guerra la aveva vinta, venne a prendersi ciò che le spettava secondo i trattati di pace: il regno di Norvegia. Due mesi di indipendenza, ma due gloriosi mesi. Duecento anni dopo il 17 maggio qui è ancora la data più festeggiata. Il 17 maggio succedono varie cose, tra cui la chiusura delle strade al traffico, l'arrivo del luna park in riva al mare, l'aumento considerevole del consumo di gelato e hot dog per la strada.

Ma soprattutto:

tutti, e dico tutti, indossano il costume tradizionale norvegese. Si chiama Bunad, ed è diverso a seconda della regione di provenienza. Realizzarlo costa tra i 2000 e i 5000 euro ed è per tutta la vita. C'è pure chi lo usa come vestito fisso da cerimonia, risparmiandosi la fatica di trovare un outfit diverso per ogni matrimonio a cui è invitato.

Bergen ha 279.000 abitanti, e più o meno la totalità si riversa nelle strade del centro: almeno la metà partecipa alla parata. Ci sono due parate, entrambe di lunghezza infinita: la prima è quella ufficiale, con le principali istituzioni della città, aziende, compagnie, squadre sportive, bla bla. La seconda è una parata di bambini. Ogni scuola della città partecipa con gli allievi che portano lo stendardo. Tra una scuola e l'altra si inseriscono i battaglioni di tamburellatori seriali. Sono bambini e ragazzi tra i 6 e i 19 anni che appartengono ai numerosi battaglioni della città: una tradizione che risale al 1800 quando i bambini, che volevano imitare i genitori che prestavano servizio nell'esercito cittadino, si organizzavano in eserciti fai-da-te, con armi di legno e tutto il resto. Marciano e tamburellano tuttora, ogni weekend a partire da aprile, e quando passano loro il traffico si ferma. Esiste pure un battaglione di bambine!

Alla fine del corteo dei bambini arrivano i rus: sono gli studenti dell'ultimo anno delle superiori, che si contraddistinguono per il chiasso che fanno e per le tute rosse o blu con cui vanno in giro. Lanciano in giro dei biglietti da visita goliardici con la loro foto e l'indirizzo di studio e i bambini fanno a gara per collezionarli.


Il corteo finisce nella piazza centrale, dove, da un palco a forma di nave vichinga, parlano le autorità cittadine (gli uomini in panciotto e cilindro, la sindaca con l'abito tradizionale). Tra un discorso e l'altro si canta tutti insieme. I pezzi più sentiti sono l'inno norvegese e l'inno della città di Bergen, dedicato alla montagna che sta proprio dietro il palco.

Il trasporto pubblico riparte alle ore 15: le bandiere della Norvegia sventolano dappertutto, quindi anche sui bus.

Alla sera 5 minuti di sintetici fuochi artificiali e poi tutti a nanna. La mattina dopo già non c'è più traccia dei palchi, della spazzatura per strada, delle decorazioni. Però bello, molto bello. La cosa più bella è un bambino di origine straniera che marcia in divisa con il suo battaglione e saluta la mamma in abito tradizionale africano, tra la folla a lato della strada. Non importa da dove vieni: il 17 maggio fai festa con il tuo abito migliore.

 
 
 

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