Brann: n. (m) fuoco
- Roberta
- Aug 13, 2018
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A Bergen ci sono stati trentaquattro incendi cittadini. Se considerate che la città è stata fondata nel 1070 e che l'ultimo incendio importante è stato nel 1958, arrivate presto a calcolare che in media ogni ventisei anni qui si doveva ricostruire tutto daccapo. E tra l'altro, come è possibile? Bergen è sempre stata la città più piovosa d'Europa. In verità era colpa della pioggia, sotto sotto. La gente impermeabilizzava il legno delle case col catrame, poi a qualcuno cadeva per terra una candela e addio, non spegnevi più un bel niente. A tale of rain and fire, proprio. Seriamente cadevano le candele. Nel 1916 è caduta una candela a due operai che lavoravano di notte in una rimessa del porto, il vento fuori era forte e puff, 380 case distrutte. Ma solo due vittime eh, che se c'è una cosa che i Bergenesi sono bravi a fare è evacuare spazi chiusi e aperti. Al welcome day dell'università per gli studenti internazionali nella sala concerti cittadina (che ci hanno fatto l'Eurovision song contest del 1986, non so se mi spiego), prima hanno dato il benvenuto agli ignari presenti, poi hanno spiegato loro come evacuare la sala in caso d'incendio. Così, benvenuti a Bergen. Cioè è come se ogni volta che andaste a teatro vi dicessero come procedere in caso d'incendio.

E poi qui, oltre agli incidenti, ci sono sempre stati i piromani: bruciare le chiese è tradizionalmente un grande sport, che coinvolge uomini e donne, giovani e vecchi, tendenzialmente con qualche problema psichiatrico. Nel 1992 un tizio, esponente di spicco del black metal, ha dato fuoco a una chiesa di Bergen che era una delle trentuno originali rimaste sulla terra, costruite con la tecnica molto vichinga di incastro del legno: ci doveva fare la copertina del suo EP, capitelo. Ci fanno pure i film sui piromani! All'unico cineforum di norvegese a cui abbia mai partecipato mi hanno fatto vedere un film che parlava del giovane figlio di un pompiere che amava dar fuoco alle abitazioni per poi recarsi a estinguere le fiamme con il padre.
Comunque in media qua la gente sa spegnere gli incendi. La gente che lavora nel Bryggen, in centro, deve saper spegnere gli incendi!

Il Bryggen è lì da 300 anni, è 300 anni che non brucia, e se ti accendi una sigaretta lì dentro arrivano subito tre camion dei pompieri a punirti. Io ci lavoro e ho le chiavi di una stanza al primo piano e non ho mai fatto un corso di spegnimento incendi. Inoltre passo le mie giornate a raccontare ai turisti di quanto sia miracoloso che il Bryggen sia arrivato più o meno intero fino al 2018: e insomma più di una volta ho sognato di aver lasciato qualche spina nella presa e aver scatenato un cortocircuito che ha distrutto tutto. "Giovane italiana distrugge patrimonio dell'Unesco", su tutte le testate internazionali: nuove fonti di ansia e dove trovarle.
Lo scorso weekend in città c'era il festival dei battelli a vapore e dei vecchi mezzi di trasporto (lo so, vero quality entertainment): l'occasione perfetta per una rievocazione storica di un incendio al Bryggen con macchine dei pompieri di inizio Novecento, sirene spiegate e ometti in divisa. E finito di domare l'incendio fantasma, con tanto di salvataggio del manichino che si getta dall'ultimo piano, giù applausi dalla folla.


Sono sempre più convinta che qui i pompieri siano tenuti in maggior considerazione del Padre Eterno. Non so quante caserme dei pompieri ci siano in città, ma io ne vedo ogni giorno una nuova. Quelle vecchie sono fatte di legno... ahah! E prima dell'avvento del motore, gli idranti li tiravano i cavalli. L'ultimo cavallo in servizio in città si chiamava Olav.
L'ospedale di Bergen è il più grande della regione e sapete in cosa è specializzato? In ustioni! Dicono che sia perché potrebbero capitare incidenti sulle piattaforme petrolifere nel Mare del Nord, ma né io né voi ci crediamo che il motivo sia questo.
E lo sapete come si chiama l'amatissima, celebratissima, seguitissima squadra di calcio della città?

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