Gammel: adj. vecchio
- Roberta
- Feb 22, 2018
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Gamle Bergen, il museo della vecchia Bergen, è un posto bellissimo ed è proprio a due passi da dove vivo. Fu aperto nel 1949 con l'obiettivo di preservare l'immagine di borgo di pescatori e commercianti che Bergen iniziò a perdere con l'industrializzazione di metà '800. Con il progresso, infatti, arrivarono anche i nuovi piani regolatori, che imponevano la costruzione di case esclusivamente in pietra o mattoni e l'allargamento delle strade esistenti, per limitare il rischio di incendi (qualcosa come trentacinque nella storia della città). Di conseguenza molti antichi edifici in legno rischiavano di andare distrutti. Si decise perciò di installarli nel parco all'inglese della tenuta di Elsesro, appartenuta fino al 1903 a una famiglia di ricchi costruttori di navi; un promontorio a picco sul mare, che guarda a ovest, verso l'oceano. Cinquantacinque edifici dopo, Gamle Bergen è diventata una città nella città, che d'estate (ahimè solo d'estate) si anima di attori che ne impersonano gli abitanti e riportano i visitatori al XIX secolo. D'inverno è un borgo che dorme, tenuto in vita da una squadra di volontari che si occupa della manutenzione sommaria degli edifici, dei giardini, delle papere del laghetto... Ogni due mercoledì la casetta rossa a sinistra dell'ingresso, nonché sartoria e guardaroba del museo, è piena di signore che si prendono cura del patrimonio tessile: lucidano vecchie scarpe, attaccano bottoni mancanti, riparano orli perché sia tutto pronto per l'alta stagione.

I costumi degli attori sono divisi in tre periodi: inizio 1800, metà 1800 e 1927; provengono da donazioni, da rinvenimenti fortunati nel guardaroba di amici, da acquisti al mercatino dell'usato e da riadattamenti di vestiti più moderni. Quando viene donato un vestito originale, ma troppo logoro, c'è qualcuno che lo copia per preservarne il modello. Vengono anche prodotti molti costumi per bambini: d'estate c'è una scuola estiva in cui i bimbi possono passare la giornata con gli attori all'interno delle case del museo e vivere come due secoli fa, vestendo letteralmente i panni dei loro coetanei di un tempo.



Chi mi conosce se lo aspetterà: da ieri sono anche io entusiasta volontaria di Gamle Bergen. Ho passato una mattinata incredibile a maneggiare sottogonne e ghette vecchie di un secolo, che necessitavano di una decisa ripulita e di qualche riparazione; ho anche spolverato vecchi cappelli e suggerito ai presenti l'uso della trielina per lavarli a secco. La mia esperienza di acquisti compulsivi al mercatino dell'usato mi ha insegnato questo ed altro. Nella pausa pranzo ho mangiato kanelboller caldi di forno e esercitato il mio norvegese tentando di seguire discorsi nell'ordine su: cibo, calze fatte a maglia, problemi di salute, gite fuori porta, un'impastatrice per il pane tedesca...
Quando il museo aprirà a maggio, i volontari potranno ancora dare una mano, ma rigorosamente in costume: non vedo l'ora di fare il bucato e stenderlo all'aperto fingendomi una norvegese non bionda. Speriamo ci sia lo stesso sole di questi giorni: siamo al quarto giorno consecutivo senza pioggia e io mi sto quasi abbronzando.
Foto d'archivio: Gamle Bergen a Natale.

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